LETTERA DEL PARROCO – NATALE 2022 “Un contesto scoraggiante?”
Un contesto scoraggiante?
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
quanti sono le situazioni che potrebbero scoraggiare anche noi credenti? La guerra a poche migliaia di km da casa nostra, con tutto quello che ogni guerra porta con sé di dolori e sofferenze? Il rincaro dell’energia? La minaccia di crisi economica?
C’è poi la crescita di comportamenti sociali e di ideologie contro l’uomo e la famiglia, il calo della pratica religiosa, l’accorgersi di essere sempre più una minoranza (Avvento e Natale come tempi e festa commerciali o di passaggio di stagione, dove Gesù è assente o esplicitamente emarginato) .
Non possiamo negare che a livello sociale e culturale il Cristianesimo è dimenticato o emarginato. I fedeli che chiedono i sacramenti (Battesimo Cresima, Matrimonio) sono sempre meno. Chi chiede una preghiera cristiana per i propri defunti pure. Se poi guardiamo a chi cerca di vivere secondo il Vangelo e gli insegnamenti perenni della Chiesa, troviamo numeri sempre minori. Consola il fatto che costoro sono molto più intensamente fedeli e attivi di quanto lo fossero molti battezzati del passato.
Il ritorno del paganesimo
Accanto alla diminuzione dei numeri e al restringimento della presenza culturale del Cristianesimo, si manifesta il ritorno di una certa forma di paganesimo. È in corso sempre più una sacralizzazione della natura, ormai diventata oggetto di culto pubblico e statale. Si fanno leggi e si impongono regolamenti sempre più stretti per difenderla. Ci sono giornate e gesti pubblici ad essa dedicata. I comportamenti sociali sono giudicati buoni o cattivi a dipendenza del loro impatto positivo o negativo sulla natura.
Non vogliamo negare che sia doveroso avere cura della casa comune che è la terra, bene prezioso affidato da Dio alla nostra responsabile cura e custodia (Gen 2,15). Ma la terra resta creatura. Dio ci chiederà conto di come abbiamo adempiuto al nostro compito di coltivatori e custodi di essa. Ma solo a Lui dobbiamo rendere culto. Noi non siamo i parassiti del pianeta. La Terra ci è donata perché possiamo abitarla e farne il terreno di esercizio della nostra obbedienza al progetto del Creatore, umanizzandola.
I monaci benedettini e cistercensi sono stati maestri in questo!
L’abbandono di capisaldi del pensiero
Come indica la filosofa credente francese Chantal Delsol nel suo ultimo libro (“La fine della cristianità e il ritorno del paganesimo”) la cultura intorno a noi ha abbandonato tre capisaldi del pensiero ereditato dalla cultura greca e giudeo cristiana:
Dapprima si è abbandonata la fede nell’esistenza della Verità. Oggi invece si afferma che “tutto è relativo, mutevole. Nulla è certo”.
Poi si è negato il tempo che si sviluppa nella linearità, con un progresso, magari accidentato, ma che ha una meta alta. Per noi credenti questa meta è il regno dei Cieli.
Oggi si è tornati alla prigione della ciclicità delle stagioni e delle epoche: da quella dell’oro a quella del ferro, attraverso decadimenti e scossoni.
Infine si è negata la fede nella dignità sostanziale dell’essere umano in sé, dignità inalienabile, per tornare alla dignità conferita dall’esterno, dal riconoscimento personale o sociale.
L’alternativa incoraggiante: la conservazione della Fede in Cristo
Ecco allora che la preziosa eredità della Fede cristiana autentica è affidata a piccole Comunità, chiamate ad essere consapevoli e vivaci, capaci di conservarla intatta e a trasmetterla integra di generazione in generazione. Il Ciclo dell’anno liturgico è uno di quegli strumenti sapienti che lo Spirito santo a consegnato ai credenti, prima di Israele, poi, dopo Gesù Cristo, alla Chiesa, affinché nel ciclo delle stagioni venisse offerto ai credenti la possibilità di riviere i grandi eventi della Storia di Dio con gli uomini, che è storia di salvezza, storia di un cammino che progredisce verso la vita piena e veramente beata.
Attraverso le celebrazioni dei vari tempi liturgici, noi credenti riviviamo i grandi momenti della incarnazione, vita, morte e risurrezione del Figlio di Dio in Gesù Cristo. Questo ci permette di entrare sempre più nella Grazia che è donata attraverso di essi e tiene desta la speranza nel loro compimento al termine del cammino.
La grazia del Natale libera dagli errori del pensiero contemporaneo
Così il Tempo di Avvento nella sua prima parte ci richiama al secondo Avvento di Cristo, alla fine dei tempi. Poi, progressivamente ci ripropone il mistero del Dio che si fa uomo, perché ogni generazione lo accolga e sia così integrata in Lui.
In Lui, Figlio di Dio fatto uomo in Gesù, sono ripresentati i punti fondamentali della realtà. Uno sguardo lucido e un pensiero onesto permettono di riconoscerli. Allora si ha dove appoggiarsi per difendersi dagli errori di una cultura liquida, causa dello sgretolamento della persona, della famiglia, della società.
Innanzi tutto nel Verbo eterno del Padre, che è Luce per gli uomini (Gv 1,1-5.9-18), la Verità di Dio e dell’uomo è presentata in modo storico, tutti possono incontrarlo.
In seguito in quel bambino preannunciato dai profeti, si manifesta la fedeltà di Dio, che accompagna la storia verso una meta di vita e di comunione tra Lui ed ogni uomo (Mt 1,22-23).
In fine in quel bambino, osteggiato dai potenti, è riaffermata la dignità di ogni persona umana, in modo indipendente dall’età, dal censo, dalla razza (Mt 2,13-18).
Cari fratelli e sorelle, celebriamo dunque con serenità e fiducia il Natale di Gesù. Quando i bambini ci dicono: “Ma i miei compagni, dicono che Gesù non è vero!” Rispondiamo con serenità: “Noi abbiamo il dono di riconoscere Gesù, che è venuto quasi di nascosto. Pochi l’hanno riconosciuto. Noi siamo come le sentinelle sulle mura, che osservano lontano e riconoscono l’arrivo dell’alba, mentre tutti nella città dormono. (Is 21,11-12 !).
Gesù è la luce, che viene nella notte del male, per vincerlo. (Is 62,1-6.7 !). Noi lo ricordiamo. Chi desidera il bene, prima o poi lo riconoscerà! Ma per questo bisogna essere attenti ai segni e umili come i magi, che hanno riconosciuto la stella giusta e si sono inginocchiati davanti al bimbo Gesù” Chiediamo alla Vergine Maria il dono dell’attenzione ai segni e dell’umiltà che lei viveva nel cuore.
Buon Natale e benedetto Anno Nuovo a tutti.
Don Paolo