LETTERA DEL PARROCO – PASQUA 2023

Carissimi fratelli e sorelle

Gli eventi internazionali degli ultimi mesi non ci hanno molto rallegrato.

Eventi dolorosi, vicini e lontani

In campo ecclesiale c’è stata la morte del carissimo papa emerito: Benedetto XVI. Evento naturale, avvenuto nella serenità e consumato in una frase che è un testamento commovente, riassunto di tutta una vita spesa nella fede e nell’amore di di Dio: “Gesù, ti amo!”

Ma nonostante la sua naturalità, ci tocca e ci commuove. Come quando in una famiglia muore un nonno. Percepiamo un vuoto, ci manca un punto di riferimento, la fonte di consigli preziosi, di sguardi e parole incoraggianti e affettuose.

La fede ci fa confidare nella sua ancora più intensa preghiera ed intercessione dal Cielo.

In campo sociale c’è stato il devastante terremoto in Turchia e Siria. Più di 57.000 morti accertati. E centinaia di migliaia senza tetto.

Spavento, senso di impotenza, dolore, slanci iniziali di solidarietà. Domande, tante: era prevedibile? Perché le case sono crollate così facilmente? Perché davanti a tanto dolore non si tolgono le sanzioni che ancora affamano il popolo siriano?

Poi la cronaca gira in fretta: arriva il primo triste anniversario dell’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”. Anche qui: morti, feriti, profughi che non si contano! Sempre i più deboli devono pagare. E la paura che la guerra possa degenerare in un conflitto generale e persino nucleare cresce! Quando cesseranno di parlare le armi? Quando saranno ascoltate ragione e misericordia?

Poi ecco una nuova tragedia: l’ennesimo naufragio di un barcone di profughi in fuga da guerre e miserie, sfruttati da criminali che approfittano della disperazione umana. Polemiche e accuse sulle responsabilità di chi non soccorre,  dimenticando chi ha messo a ferro e fuoco le terre d’origine di queste persone, lasciate nell’instabilità sociale e politica, con regimi fanatici e oppressivi, con bande assetate di guadagni e vendette.

Come se non bastasse, ecco anche un nuovo crack bancario. Conseguenza dei crolli di banche negli USA? Risultato di errori di gestione o di attività losche di alcuni membri?

Gli specialisti temono una crisi finanziaria molto grave. Ma ancora una volta, saranno i deboli, gli impiegati, i risparmiatori e i contribuenti a farne le spese.

 La morte: compagna scomoda

Che sia la morte di un anziano papa nel suo letto, di famiglie in fuga che affogano, di popolazioni di città e villaggi che vengono sommersi dalle macerie, di civili e soldati dilaniati dalle bombe, o di un istituto bancario storico, la morte si fa presente. Senza contare quanti le malattie, nonostante i progressi della medicina, portano via ai propri cari. Dobbiamo disperare? Diventare indifferenti? Chiuderci nei paradisi virtuali?

Riscoprire la nostra vera condizione

Tutti questi eventi scuotono il nostro senso di onnipotenza. Non siamo immortali! Non siamo onnipotenti!

Come le due guerre mondiali del secolo scorso che hanno demolito il mito del progresso invincibile, così la morte in tutte le sue forme ci ricorda la precarietà della vita umana. È un forte richiamo: non ci sosteniamo da soli. Siamo creature e dipendiamo dal nostro Creatore. Egli ci sostiene, se noi a Lui restiamo uniti e a Lui ci affdiamo ogni momento.

L’amore incarnato condivide la nostra morte per donarci la sua risurrezione.

San Paolo (Fil 2,5-11) descrive la discesa del Figlio di Dio che rinuncia alla sua dignità celeste e si fa uomo. Si umilia nell’obbedienza al Padre fino alla morte e alla morte di croce. Ma ecco che il Padre lo esalta e gli dona il nome che è al di sopra di ogni altro nome: Kyrios! Signore!

Il Figlio di Dio entra nella passione di ogni uomo, la assume, la riempie del suo amore e la trasforma in offerta al Padre. In Cristo le vie dolorose di ogni uomo sofferente possono diventare Via Crucis: cammini di amore che si dona. Per culminare nel Dies Lucis: la Pasqua di risurrezione. E ogni credente e uomo di buona volontà può diventare come il Cireneo e come la Veronica per sostenere nel cammino, offrire consolazione, condividere la fatica. Viviamo la nostra fede con intensità. Non è fuga, ma immersione vera nel Mistero dell’unico Dio che ama da morire l’uomo, perché l’uomo possa rivivere animato dall’amore per Dio.

Santa Pasqua  di morte e risurrezione a tutti voi.

Vostro don Paolo

3 aprile 2023, parrocchiamassagno