LETTERA DEL PARROCO – NATALE 2023

Un’esperienza significativa

Madre Elvira

Cari fratelli e sorelle della Parrocchia santa Lucia, l’estate è occasione di esperienze gratuite, vissute in vacanza: viaggi, distensione, campi e colonie per i giovani. Occasione di visitare conoscenze e amici di lunga data. Spero anche per molti occasione di ricarica spirituale. Per me è stata l’occasione di riannodare i legami con una comunità religiosa che avevo frequentato intensamente in anni giovanili: Il Centro Missionario Charles de Foucauld a Cuneo (www.centromissionario.org)

 

Il deserto di quest’anno aveva per tema: Il tuo volto, Signore, io cerco. (video ritrovabili sul sito!). Vivere giornate di silenzio, di ascolto più profondo della Parola di Dio, di preghiera liturgica curata. Prezioso per nutrire il cuore e la mente!

Là ho appreso la notizia che un’altra persona significativa nei miei anni passati (un fratello è parrocchiano di Locarno e nella casa madre lavorai due mesi con i suoi ragazzi), suor ELVIRA Petrozzi, fondatrice della Comunità Cenacolo, era ormai in agonia nella casa religiosa da lei fondata. Ho desiderato visitarla.

Ho trovato una Comunità accogliente che testimoniava tanto amore alla Madre fondatrice, ma anche tanta fraterna accoglienza a quanti desideravano portarle un saluto e l’assicurazione grata di una preghiera. Quando il Signore la chiamò a sé, il 3 agosto, desiderai in cuor mio partecipare al suo funerale. Dal sito della Comunità appresi che tutto era organizzato nel modo più semplice ed efficiente. Là a Saluzzo tutti erano coinvolti, perché chi arrivava potesse sentirsi ben voluto. C’era chi informava e indirizzava, sacerdoti per ascoltare le confessioni prima della s. Messa. Il Cielo ha voluto che potessi entrare e sostare nella camera ardente. Occasione di esprimere a Dio la gratitudine per quanto Lui ha potuto realizzare con una serva che ha voluto solo servirLo con tutta sé stessa, donandosi ai giovani sbandati, per guidarli alla gioia. La celebrazione fu una festa di riconoscenza, commossa ed intensa. Quanta gratitudine fu espressa dai testimoni, dalla Comunità religiosa, dai sacerdoti, dai giovani, dalle famiglie nate da persone ricostruite dopo anni di sbandamenti. Ricordando gli inizi della sua opera, ho pensato a Madre Teresa di Calcutta: tutto è partito da un atto di FEDE e di abbandono totale a Dio! Poi ci ha pensato LUI, grazie al fatto che lei non si è mai tirata indietro!

Oggi centinaia di giovani accolgono gli sbandati in 86 case sparse in più di 20 paesi! Decine di preti servono il cammino di fede di questi giovani e la Comunità di fratelli e sorelle consacrate. «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: «Sràdicati e vai a piantarti nel mare», ed esso vi obbedirebbe.” (Lc 17,6)

Sono tornato con il cuore colmo di gratitudine per aver condiviso quel momento di FEDE. Ma anche con la domanda: Ma io educo i fedeli di Massagno a crescere nella FEDE?

O mi limito da “fare delle cose religiose”?

 

Un anniversario che mi fa riflettere

A metà settembre il Consiglio Parrocchiale ha desiderato sottolineare il 20° anniversario della mia entrata a Massagno come parroco. Occasione anche per molti parrocchiani di esprimere la loro gratitudine. Sono restato molto toccato dalla spontaneità e cordialità.

Confesso che mi sono sentito un po’ imbarazzato. È bello che attraverso la vita parrocchiale cresca anche una forma di amicizia umana. Ma io da questo anniversario mi sono sentito soprattutto sollecitato a riflettere sulla mia missione. Come l’ho adempiuta in questi anni? Ho aiutato i fedeli a vivere come tali, cioè come credenti in Gesù Cristo, morto e risorto, unico salvatore di ciascuno? Ho aiutato a combattere la buona battaglia per conservare la FEDE in LUI? (v. 2 Timoteo 4,7) Perché alla fine è la sola battaglia che conta! Quante volte infatti Gesù dice a chi è ricorso a Lui:

“Va’! La tua fede ti ha salvato!”

(es. Mc 10,52; Lc 17,19; Lc 18,42)

Un lavoro di revisione che sto facendo. Ed è bene che lo approfondisca, sia da solo che con altre persone buone e fedeli.

 

Una storia dolorosa

L’inizio dell’anno pastorale in Svizzera è stato marcato dai risultati di un’indagine storica voluta dai Vescovi svizzeri, sulle violenze e abusi commessi nella Chiesa Cattolica dal 1950 ad oggi. I risultati del primo anno di ricerca hanno confermato che la Svizzera non è un’isola felice. Quanto già scoperto in altre nazioni negli scorsi anni, è avvenuto anche da noi. Anche da noi ministri di Dio hanno tradito gravemente la propria missione. Per molti anni i responsabili delle diocesi hanno temuto di scandalizzare i piccoli pubblicando quanto avvenuto. Hanno preferito nascondere e rimuovere i colpevoli. Ma così facendo hanno esposto altri a nuovi abusi. E le vittime sono state trascurate. Oggi questa mentalità è superata e si vuole lavorare per fare giustizia, riparare quanto è possibile, riconoscendo il dolore delle vittime, chiedendo perdono, accompagnando in modo nuovo chi ha bisogno di sanare ferite profonde.

Personalmente ho avuto occasione di confrontarmi sul tema con alcuni capi e giovani scout della Tre Pini. Sono stato toccato dalla maturità di giudizio di questi giovani. Pur feriti inizialmente nella loro fiducia verso i preti e addolorati dai fatti, hanno saputo apprezzare lo sforzo dei Vescovi di riparare il passato e di preparare un presente e un futuro migliore. Ma si sono dimostrati anche capaci di dare il giusto peso alle loro esperienze positive con alcuni preti, così da riuscire a non fare di ogni erba un fascio! Questo li aiuta a  recuperare fiducia sia nella Chiesa che nei suoi ministri.

 

Non perdere né la fiducia, né la speranza

L’esempio che possiamo ricevere da questi giovani, ci ricorda che Dio permette che gli scandali succedano, per purificare e guidare a sé in modo nuovo e più profondo. Quando leggiamo nel Vangelo di Luca le parole severe di Gesù riguardo agli scandali, esse sono unite alla misericordia da esercitare verso chi chiede perdono con sincero pentimento e alla necessità di accrescere la FEDE. Torniamo lì!

La Sacra Scrittura ci rivela il Dio vivente che, LUI SOLO, volge ogni cosa al bene (Rm 8,28). Noi siamo chiamati a credere in Lui e ad amarLo con tutte le nostre forze. Altrimenti non saremo capaci di nulla (Gv 15,5)!

 

Una nuova tragedia:

Come se le guerre non fossero già troppe, ecco che proprio nella terra di Gesù si è riaccesa una lotta sanguinosa, senza limiti. La violenza copre tutte le voci di coloro che, indipendentemente dalla loro religione ed etnia, vogliono vivere in pace ed armonia. Quanti proclami altisonanti si appellano alla religione per giustificare azioni che non sono nemmeno umane. Dovremmo ricordare l’esempio delle massime autorità religiose della Bosnia, quella cattolica, quella ortodossa e quella musulmana, che, all’epoca del conflitto nei Balcani, si riunirono e scrissero un memorandum.

Dichiararono che nessun argomento di fede poteva giustificare la violenza. Loro e le loro Comunità si dissociavano da quello che era chiaramente un conflitto dettato da ragioni altre, politiche e militari. L’autentica fede religiosa può solo invitare al rispetto del debole ed alla fratellanza umana, davanti al Dio del Cielo, unico Signore. Il Cardinale Pizzaballa, patriarca dei Latini a Gerusalemme, alla domanda: “Dov’è Dio nello sfacielo in corso?” Ha risposto: “Dov’è l’uomo?” Sì, dobbiamo interrogarci sulla nostra umanità. Perché la perdiamo così facilmente? Perché disprezziamo, offendiamo e calpestiamo con tanta leggerezza il fratello debole, o diverso? Non lo facciamo forse perché la cultura nella quale viviamo ha deciso di cancellare Dio dal suo orizzonte? Ha preteso ancora una volta di fare che l’uomo innalzi sé stesso su piedistalli che raggiungano il Cielo? Ancora una volta il peccato delle origini: l’auto esaltazione, quella di Adamo e quella degli abitanti di Babele. L’orgoglio, la superbia, instillate dal maligno.

 

Benvenuto Natale ad insegnarci l’umiltà di Dio che si fa uomo

Ma ecco che nella sua misericordia il Signore ci viene incontro e, instancabilmente, ci invita nuovamente a metterci alla sua scuola. La scuola dell’Incarnazione!

Il Dio vivente, reggitore del Cielo e della terra che si fa uomo, che si fa bambino portato in grembo da una donna alla quale ha chiesto il libero consenso. Che si espone alle ire di un re crudele e geloso del suo potere.

Riconosciuto dagli umili: i pastori, emarginati, e i magi, sapienti capaci di mettersi in ginocchio davanti al figlio di una povera straniera.

 

Che impara a parlare e a camminare e a pregare attraverso la premurosa educazione di Maria e di Giuseppe. Che sta loro sottomesso, pur riconoscendo in cuor suo la Paternità divina. Che lavora nell’oscurità di Nazareth. Che dopo una manciata di anni di predicazione e successi, si lascia arrestare, processare, torturare e condannare a morte. Non prima di averci lasciato il suo sacrificio permanente, il dono di sé stesso nell’Eucaristia! Ecco come vivere il tempo di Avvento e di Natale: nella umile, perseverante, accorata mendicanza! “Insegnaci, Gesù, la vera umanità! Senza di Te siamo perduti! Non abbiamo ancora imparato ad essere uomini! Ci vuoi Tu, il Dio fatto uomo, perché l’uomo impari ad essere uomo, e non lupo per il proprio fratello!

Mensa dei poveri. Lebbrosario a Puri

Insegnaci l’amore vero. Quello che spinge a donare sé stesso, non a pretendere, né a prendere. Quello che tace ascoltando. Quello che obbedisce alla verità. Quello che accoglie con premura. Quello che perdona oggi e domani e ancora. Quello che non si stanca di ripartire, né di sperare. Insegnaci l’Amore che sei tu, Verbo divino fatto uomo, Luce d’eterna Luce! Principe della Pace.

Maranatha! Vieni, Signore Gesù!

Don Paolo

22 dicembre 2023, parrocchiamassagno