LETTERA DEL PARROCO – NATALE 2018

Un “nuovo” Natale?

Anno Nuovo felice?

Quando arriva il 1° gennaio noi ci scambiamo gli auguri: “Felice Anno Nuovo”. Speriamo per noi e per i nostri cari che sia ricco di cose belle e buone. E lo speriamo anche per il mondo. Ma che speranza è questa speranza? Su cosa si appoggia?

Mi sembra, onestamente, che sia una speranza appoggiata un po’ sul caso, sulle circostanze che sono, per definizione, mutevoli! È una speranza che si illude di potersi appoggiare sul buon senso di chi ha il potere di manovrare tante cose: capitali, leggi, informazioni, eserciti, ecc. E si spera che li manovri in vista del bene. Ma i mass-media ci trasmettono segnali che dimostrano che il buon senso è stato smarrito! Tanto più dai così detti “grandi” del mondo. Sempre più sentiamo fare riferimento a entità lontane, anonime (p.es. “ i mercati”) che hanno l’autorità ultima di decidere sulla bontà o meno delle decisioni dei governi e dei popoli.

Di fronte a questo orizzonte che toglie libertà e impone il suo pensiero molti si sentono smarriti, impotenti.

Gli uomini e le donne intorno a noi, sia gli adulti e gli anziani che i giovani, sono sempre più senza speranza. Sono in fuga da sé stessi. Storditi dalle immagini, dai suoni, dai rumori, dalle opinioni, dalle notizie, dalle emozioni. Tutto quanto ci bombarda da mattina a sera e anche di notte! Storditi dal ritmo imposto dalla velocizzazione dei processi, dell’informazione, del lavoro. Tutto questo ci appiattisce sul presente, ci toglie la capacità di osservare, di pensare, di giudicare e di decidere. Che felicità potrà essere quella di viaggiare come una tavola di legno sulla cresta dell’onda? Sarà un’emozione forte, ma fuggevole! Ma il nostro cuore reclama qualcosa di più. Qualcosa di Vero, qualcosa di Buono, qualcosa di Bello, perché è bello, vero e buono non perché approvato dai mercati o dai Like ricevuti attraverso i social. Ma perché il nostro cuore riconosce l’intima corrispondenza tra sé stesso e quella cosa lì che è bella, buona e vera. La corrispondenza con la realtà.

Il Natale del Salvatore

Ancora una volta il richiamo del Natale di Gesù, il vero e unico Figlio  di Dio, nato da Maria a Betlemme, ci offre un messaggio di salvezza. Il vero Natale, quello cristiano, ci presenterà la salvezza, anche a noi super moderni. Non è quello del babbo Natale della Coca Cola, e nemmeno quello politicamente corretto per non scontentare gli altri e perciò svuotato da ogni riferimento a Gesù Cristo.

Il vero Natale è quello che ci presenta UN FATTO, un AVVENIMENTO:

la nascita di un bambino che le profezie indicano come l’Inviato di Dio! E gli angeli annunciano come il Salvatore, Figlio di Dio in carne umana. Un avvenimento che divide in due la storia: Prima di Lui e Dopo Lui. Perché questa divisione? Un atto di presunzione culturale dei cristiani?

No! È il riconoscimento che la direzione del cammino umano, con Lui, il Dio fatto vero Uomo, tutto cambia. È l’avvenimento della vera umanità, quella che affascina perché in essa il Vero, il Bene, il Bello si vedono compiuti, umanamente, realmente! Non sono più utopie di spiriti elevati e dotti e nemmeno sogni di bambini! In Gesù vediamo un uomo autenticamente libero di incontrare gli altri uomini per quello che sono dentro, non in base alle etichette sociali o religiose. Un uomo che chiama a libertà e libera quanti sono prigionieri del suo egoismo (v. Zaccheo), dei suoi pregiudizi (v. Nicodemo), delle sue passioni (v. Maddalena), della sua presunzione (v. Simon Pietro), del suo peccato (v. il paralitico calato dal tetto), della sua autorità (v. il centurione). Il mondo inizia un nuovo corso che non potrà più tornare indietro. Sì, ci saranno ancora alti e bassi, ci saranno ancora guerre, rivoluzioni, sconvolgimenti nel cielo e sulla terra, come dice la Sacra Scrittura. Ma in mezzo a tutto questo ci saranno uomini e donne veri, capaci di distinguere il Vero, il Bene, il Bello dalla bruttezza, dalla cattiveria, dalla falsità. Faranno questo non perché si lasciano indottrinare dalle mode di pensiero e di azione. Ma perché CREDONO! Perché SPERANO! Perché AMANO! In una parola: perché PREGANO! Sì perché la preghiera vera nasce dalla Fede nel Dio fatto uomo: Gesù Cristo, che svela l’amore di Dio per le sue creature e rende possibile il desiderio di unione con Dio ad ogni creatura. La preghiera vera è atto di speranza, è slancio e affidamento del cuore verso Colui che è fedele e porterà a compimento ogni sua promessa di Bene. La preghiera vera è atto d’amore, dono del proprio tempo, dell’attenzione, della volontà al Dio che non è lontano, ma vicino, presente qui: nel Vangelo che tengo in mano e leggo con fede, nel santissimo Sacramento che adoro in chiesa, nel fratello e nella sorella bisognosi della mia attenzione, del mio aiuto, del mio perdono. In mezzo al mondo caotico ci saranno Comunità di uomini e donne che credono, sperano e amano insieme, ascoltando insieme una Parola che non è grido ideologico di un fanatico, seguendo un Dio fatto uomo che è morto e risorto per loro, amando un Dio che si è fatto Fratello e rende fratello chi prima guardavo con sospetto o paura. Se il Natale vero riuscirà a riaccendere Fede, Speranza e Carità allora ci sarà un Felice Anno Nuovo, nonostante le circostanze mutevoli. È questo il Buon Natale che auguro a ciascuno di voi e ai tutti i vostri cari.

don Paolo

22 dicembre 2018, parrocchiamassagno