Lettera del Parroco – Autunno 2016

Autunno giubilare

Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo.

Iniziamo il nuovo anno pastorale ancora immersi nel Giubileo della Misericordia, aperto da papa Francesco l’8 dicembre 2015 e che ci accompagnerà per tutto l’autunno, fino alla solennità di Cristo Re.

Molti lo hanno già vissuto intensamente con la partecipazione al Giubileo delle Famiglie in gennaio. Altri attraverso pellegrinaggi di gruppi a Roma (v. p. es. Testimonianza degli scout Foulards Bianchi).

Altri attraverso il pellegrinaggio a Lourdes o a Roma.

Per consentire ad un grande numero di fedeli di vivere il Giubileo della Misericordia, i parroci della Zona Pastorale san Bernardo organizzano un pellegrinaggio per il pomeriggio di Domenica 25 settembre. (v. avvisi in parrocchia).

Preparato da un momento catechetico e da una celebrazione penitenziale, ci permetterà di accogliere la Grazia giubilare, di convertire il nostro cuore all’amore misericordioso di Dio Padre.

E ci permetterà di guarire il nostro spirito liberandolo dal male, dalla paura della colpa, dallo sguardo fatalista e ripiegato su di sé.

Misericordia più forte del male

Questo orizzonte pastorale ci consola e ci incoraggia di fronte a tutti gli eventi dolorosi che hanno marcato questo anno. Chi è sensibile e attento a quanto succede intorno a sé, chi ha cuore per le persone, per le loro fatiche e sofferenze, per il loro destino, chi pensa, crede e ama senza lasciarsi condizionare dai messaggi dei mass-media, soffre già da anni e condivide i dolori e le apprensioni dei popoli lontani devastati da guerre, crisi economica, persecuzione religiosa.

In questi ultimi mesi però non solo i flussi migratori incontenibili, ma anche la violenza fanatica, hanno invaso le nostre terre d’occidente, colpendo in luoghi inaspettati, in momenti di festa e addirittura di fede e preghiera.

Infine anche la natura ci si mette a colpire popolazioni a noi vicine, destabilizzando chiunque confida solo nelle forze della natura.

Noi credenti però, incoraggiati in particolare dal messaggio giubilare della Misericordia del Padre, ci sentiamo rassicurati nella speranza, perché la Misericordia è la potenza di Dio più forte di ogni male.

Noi crediamo infatti che il peccato è il male radicale, perché ci priva della Grazia, ci priva dell’unico bene necessario: l’unione con Dio.

Il peccato ci separa dalla fonte ultima e definitiva della vita, che è il Padre del Signore Gesù Cristo, che ci dona, attraverso di Lui, il suo santo Spirito. Ora noi crediamo che questo male è stato vinto dalla sua infinita Misericordia. Egli ha avuto pietà del nostro nulla, del nostro male.

In Cristo crocifisso noi crediamo che il peccato è stato radicalmente vinto, per sempre! Se dunque il peccato è stato vinto, cosa ancora potrebbe toglierci la speranza di vivere?

Noi non contiamo più né sulla natura, né sulla forza o sulla sapienza umane. Noi non aspiriamo più alla tranquillità o al successo terreni.

Noi desideriamo solo l’abbraccio accogliente e definitivo del Padre nostro. Al di fuori di questo abbraccio di Misericordia nulla resisterà alla fine. Tutto ci sarà tolto. Il denaro, il potere, i godimenti egistici, il successo presuntuoso, questo stesso corpo bello e fragile, scompariranno.

Resta dunque solo la speranza che le promesse di Cristo si compiano per noi e per quanti credono in Lui. Che tutta la notra povertà e fragilità siano invase dalla Bellezza, dalla Verità, dalla Giustizia, dalla Vita che è Cristo Gesù.

Alla fine ci saranno cieli nuovi e terra nuova, dove Dio sarà tutto in tutti. Questa è la nostra speranza.

Noi sperimentiamo l’abbraccio misericordioso di Dio nel ascolto della Parola di Vita. Noi lo riceviamo partecipando con fede, pentimento ed umiltà ai sacramenti della salvezza. E questa esperienza ci spinge a volgere uno sguardo umile e tenero verso il nostro prossimo.

Ci spinge ad avvicinare il nostro prossimo con gesti di tenerezza, a raggiungerlo con le Opere di Misericordia. Queste opere non sono altro che gesti umani animati dalla carità di Cristo, dall’amore per la bellezza, la verità, la giustizia, la bontà così come si sono manifestate in Cristo e come il Vangelo e la Tradizione della Chiesa cattolica ce le hanno trasmesse.

Perciò, cosa dobbiamo desiderare nel presente, di fronte a quanto rattrista e scoraggia tanti nostri fratelli?

Dobbiamo desiderare che Gesù si manifesti, si renda presente a noi e a tutti, oggi e ogni giorno, fino alla fine del tempo. (v. Mt 28,20).

Inutile sperare che interventi politici, legislativi, militari, finanziari risolvano i problemi nei quali siamo immersi. No. L’uomo da solo non può darsi la salvezza.

Noi da soli non possiamo portare bene al mondo.

Dobbiamo solo desiderare che Cristo ci afferri, che il suo Spirito invada la nostra mente, il cuore, le forze come ha fatto coi santi. Che lo Spirito santo ci metta in ginocchio e ci riempia di pentimento per la presunzione di autonomia (il peccato di Adamo). Allora, toccati dalla Misericordia, ci volgeremo ai fratelli testimoniando il bene che ci ha toccati. “Cristo Gesù, che mi ha amato, e ha dato sé stesso per me.” (Galati 2,20).

L’arma invincibile

Questa primavera ho avuto occasione (c’era il ponte delle scuole) di partecipare al giuramento delle nuove Guardie svizzere. Vi erano anche due ticinesi che conosco: Andrea Foletti, originario di Massagno, e Mauro Giovanola che prestò servizio a Lourdes con gli scout.

Il comandante del corpo delle Guardie svizzere nel suo discorso citò le situazioni di pericolo con le quali ormai siamo confrontati.

E presentò la vera arma invincibile:

La Corona del Rosario. Non era, la sua, una battuta di spirito mal fatta. No!

Era la testimonianza di una fede vissuta.

Senza la preghiera, il cristiano non può vivere la sua missione nel mondo. Senza la preghiera una Guardia svizzera del papa non può svolgere la sua missione, anche se dotata dei più moderni sistemi di difesa. Il comandante si è dimostrato un autentico credente, che prende sul serio la Parola del Signore: “Senza di me, non potete fare nulla.” (Gv 15,5). Per questo abbiamo bisogno di incoraggiarci a pregare. Adorazione e rosario. Preghiera in famiglia. Preghiera nei gruppi di catechismo.

Perché se non siamo uniti a Lui, siamo troppo fragili.

La salvezza che il mondo ha bisogno è Lui, vivo in mezzo a noi, “speranza della Gloria.” (Col 1,27). “Esortiamoci a vicenda” (Ebr 10,25) durante tutto questo nuovo anno pastorale. È la nostra missione.

Cordialmente vostro, don Paolo

1 settembre 2016, parrocchiamassagno